8a lettera circolare della comunità Efeso febbraio 2011
Cari membri e amici della comunità Efeso,
attualmente i mass-media riportano tante notizie sulla difficile situazione dei cristiani perseguitati nei paesi musulmani.
Vorremmo ricordare l’Arcivescovo Luigi Padovese, presidente della conferenza episcopale turca, ucciso brutalmente il 3 giugno 2010, giorno del Corpus Domini. I mass-media non ne hanno parlato molto, né in Turchia né in altri paesi europei. Purtroppo vengono pubblicate poche notizie sulle persecuzioni di cristiani.
Dato che Erika e Josef Sellmair avevano avuto un colloquio con l’Arcivescovo Luigi Padovese nell’ aprile 2010 a Efeso, la sua morte ci ha colpito profondamente. Preghiamo per il futuro vescovo della diocesi dell’Anatolia!
Essendo una piccola comunità all’interno dell’associazione di sostegno Efeso, abbiamo contattato il nostro membro fondatore, don Georg Schlütter, una volta sacerdote a Berlino. Poco tempo dopo don G. Schlütter ha celebrato una S. Messa a Berlino con il cardinale Sterzinsky con cui ha parlato anche della nostra comunità Efeso. Il cardinale, molto colpito, ha incaricato di far visita in sua vece all’arcivescovo Ruggero Franceschini a Izmir.
Una settimana di atti degli apostoli (di don Georg Schlütter)
Vivo da tre anni in un maso nell’Allgäu (Germania), il così detto “maso della speranza”, dove abitano giovani, con problemi di dipendenza di vario genere.
Alla grande festa estiva dell’anno scorso abbiamo invitato tanti amici. La presenza inaspettata di Erika e Josef Sellmair, due vecchi amici, mi ha colmato di gioia. Con loro era presente tutto quello che avevamo vissuto a Efeso e a Meryemana. Tre settimane dopo ho avuto una telefonata con richiesta di aiuto: “Monsignor Otto Riedel, membro fondatore di Berlino, è molto ammalato. Ti preghiamo di aiutarci e di essere vicino alla comunità Efeso”.
La richiesta era rivolta con tale fede che non ho potuto dire di no. Il 25 novembre 2011 siamo partiti per Izmir, la terza città della Turchia con più di 3 milioni di abitanti, detta Smyrna in tempi antichi. Fino al 3 dicembre sono stato ospite presso i Sellmair. Abbiamo avuto tanto tempo per parlare, pregare e visitare la casa di Maria.
La vecchia Efeso mi ha affascinato. Ho camminato attraverso i ruderi della città antica e ho toccato con i miei piedi le pietre, sulle quali era passato anche S. Paolo. Con la sua fede e le sue prediche aveva messo in agitazione gli orefici che ebbero paura che nessuno comprasse più i loro idoli pagani.
Ho immaginato come in una o nell’altra casa si fossero riunite ogni tanto le piccole comunità cristiane con gli apostoli. Quando esse udirono l’annuncio del Vangelo sentirono: Qui fra di noi è presente Dio, Gesù.
Archeologi austriaci hanno fatto scavi nell’antica Efeso, che era una delle maggiori città dell’impero romano. Circa 400 anni dopo la morte della Madre di Dio lì ci fu il terzo concilio ecumenico (431 d.C.). La Chiesa del Concilio, una delle maggiori chiese del mondo, era un magnifico posto di ritrovo per la riunione dei membri della chiesa. Lì Maria ottenne il titolo onorario “Genitrice di Dio”. In commemorazione di questo evento lì viene celebrata una S. Messa in onore alla Madre di Dio ogni anno la seconda domenica in ottobre.
Un’altra casa dei primi tempi del cristianesimo esiste ancora. È la casa della Madre di Dio, Meryemana Evi, come la chiamano i turchi, non a Efeso, ma sulla Montagna dell’Usignolo. La casa fu ritrovata dalla veggente Anna Katharina Emmerich di Dülmen, beatificata nel 2004. Ogni volta che mi trovo quassù, mi colpisce molto il fatto di pregare accanto a dei musulmani. Maria è piena di grazia e senza peccato sin dal principio anche per un musulmano. Il Corano cita: “Essa credette alle parole del suo signore e alle sue scritture e fu un’umile che si sottomise del tutto a dio”.
Il vero centro quassù è però la casa di Maria con aggiunta cappella risalente al primo secolo. Il silenzio e la semplicità, la povertà di questo luogo respirano lo spirito di profonda comunità, lo spirito di unità, che ci attraggono subito. È l’unità nel mistero di Dio, nel quale Maria fu profondamente immersa.
Sia cristiani che musulmani si ritrovano insieme in questo luogo e bevono tutti dalla stessa santa sorgente vicino alla casa della Madre di Dio. Nel silenzio e nella povertà del piccolo luogo sacro ci rendiamo conto però anche del tramonto del cristianesimo dell’Asia minore. Efeso nel corso dei secoli era stata occupata da mongoli e ottomani che portarono alla metropoli gloriosa il declino, già annunciato nell’Apocalisse: “Ricordati da quale altitudine sei caduta. Se non ti converti, verrò e sposterò il candelabro dal suo posto “. (Ap 2,5)
Ogni giorno ci ritroviamo, celebriamo la S. Messa e meditiamo la via di fede di Maria nei misteri del Rosario. Spesso ci si presenta la domanda: “Il candelabro tornerà al suo posto o l’Asia minore è perduta per sempre per il cristianesimo?”
Ne parliamo in continuazione, anche nell’ultimo incontro con il cardinale di Izmir Msgr. Ruggero Franceschini. Il cardinale di Berlino mi aveva dato una lettera con suoi saluti per il cardinale Franceschini. Continuamente ci si pone questa domanda: Che cos’è necessario affinché la fede cristiana si diffonda di nuovo in terra turca?
Domenica c’è padre Francesco in visita, invitato dai Sellmair. Anche a lui pongo questa domanda. Diventa silenzioso e d’improvviso risponde: “Ci vuole fede e preghiera!” Ci siamo quasi spaventati a sentire quello che dice con tale convinzione. Da allora ho queste parole stampate nell’anima. “Ci vuole fede e preghiera!” Spesso sento l’eco di queste cinque parole nel profondo del mio cuore. Ciò è quanto abbiamo cercato per tutto questo tempo. Qui abbiamo bisogno soprattutto di fede e preghiera!
Come proseguiremo? I nostri pensieri si riempiono di speranza. Fede e preghiera devono essere imparati e praticati.
Meryemana il luogo nel quale cristiani e musulmani pregano insieme diventerà il grande segno per i tanti popoli europei.
Purtroppo i giorni di riflessione finiscono in fretta. Riconoscenti di tutti gli incontri speciali e profondi ci salutiamo venerdì tre dicembre 2010 all’aeroporto di Izmir. Il nostro tempo insieme è diventato avvento. Meryemana ci ha indicato la via.
Don Georg Schlütter
Per lasciare un segno è importante essere sul posto frequentemente. Durante l’ultimo pellegrinaggio dal 04. al 14.10.2010 avemmo incontri piacevoli con turchi e tedeschi pensionati che vivono l’ultimo periodo della loro vita in Turchia. Eravamo un piccolo gruppo accompagnato da padre Stefan del convento Waghäusel. In visita a degli scavi archeologici un musulmano asiatico dice a padre Stefan: “Salve, padre, io sono musulmano, ma nel cuore c’è Cristo”. Questa frase ci da coraggio, forza e speranza per pregare e fare sacrifici per la nostra visione.
Un sincero grazie per la vostra fedele preghiera e le vostre offerte! Un ringraziamento speciale va a tutti i sacerdoti e a tutte le comunità religiose e di preghiera che ci sostengono in preghiera!
Ci affidiamo all’intercessione della nostra amata Madre di Dio di Efeso che accompagna la nostra strada!
Vi invitiamo a partecipare al nostro pellegrinaggio dal 06. al 15.10.2011 a Efeso e a vivere una “settimana degli Atti degli Apostoli” come don Georg Schlütter. Così avvertirete ancora di più la necessità di avere fede e di pregare!
In comunione di preghiera, vi salutiamo cordialmente,
Don Georg Schlüter Karl e Brigitte Dill Josef e Erika Sellmair